Il barchino divergente è una attrezzo semplice ma ingegnoso per praticare la traina passeggiando sulla riva.
Questo tipo di pesca è molto rilassante, salutare, divertente e permette buona pesca sia in termini di qualità che di quantità.
E’ la pesca per chi ama il mare, per chi vuole un contatto sereno con la natura, per chi vuole o ha bisogno di fare moto.
La pesca con il barchino divergente, o comunemente pesca con il divergente, è una pesca sportiva nel vero senso della parola. Infatti per praticarla si deve fare lunghe camminate sulla spiaggia facendo un salutare esercizio aerobico.
Comunemente sentirete chiamarla traina da terra o traina da riva. Per me il termine corretto è traina da spiaggia, perchè per praticarla al meglio si ha bisogno di un lungo litorale sabbioso.
Conoscevo da tempo questa tecnica di pesca, ma non l’avevo mai praticata. Un giorno ho deciso che avevo bisogno di fare movimento e che dedicarmi a questa pesca sarebbe stato uno stimolo per vincere la mia pigrizia.
Sono stato pescatore da bambino e da ragazzo, praticando con alterno successo il bolentino, dalla barca senza allontanarmi molto dalla costa, la traina, con il terminale artigianale fatto con le piume e la canna da lancio dagli scogli.
Mi sono quindi documentato attraverso le frammentarie e discordanti fonti su internet, ho comprato l’attrezzatura, sono partito in una serata di esplorazione ed è stata subito passione.
La pesca è molto semplice, adatta a tutti e non ha bisogno di grande attrezzatura.
Il mezzo è il barchino divergente: una sorta di piccolo catamarano, in legno trattato, di cui una deriva è più lunga dell’altra .
Questa asimmetria obbliga il barchino, trainato dal lato più corto esposto a riva, a tirare verso il largo. Quindi camminando il barchino tenderà ad allontanarsi dalla riva per quanto trave gli concederemo e in pochi metri camminerà parallelamente alla spiaggia.
Tra noi ed il barchino al trave sono legati i terminali per la pesca. Si usano gli artificiali di ogni tipo adatti alla traina, tranne alcune eccezioni che sanno più di esperimento.
Camminando ad una andatura regolare, velocità di una semplice passeggiata, trascineremo le nostre esche lungo il litorale dove insidieremo tutte le prede della classica traina: spigole, lecce,ricciole, stella, lampughe eccetera. Anche se la preda ordinaria è la spigola e certo non ci dispiace.
In tutte le tecniche di pesca può succedere di avere lunghi tempi morti, di pura noia, che sfortunatamente possono coincidere con l’intera giornata di pesca. In questi casi solo la passione porta a fare altre uscite, perchè senza prede la pesca può essere davvero noiosa.
La pesca con il barchino divergente non è mai noiosa, anche quando non si pesca nulla. Perchè il primo scopo non è la cattura delle prede, ma la lunga e tranquilla passeggiata in riva al mare.
Passeggiare in autunno ed inverno su una spiaggia solitaria è un evento non alla portata di tutti. Molti vedono il mare solo durante le vacanze estive e non possono dire di conoscere veramente il mare.
Il mare vero è quello invernale, dai colori cangianti e dagli umori variabili. Una passeggiata in riva al mare è un contatto con la natura, un immergersi nella tranquillità, un silenzio per occuparsi dei propri pensieri .
E poi all’improvviso il guizzare di un colore argento dietro uno dei nostri terminali, un po’ di schiuma bianca a spruzzi, il tirare a terra la preda è un’emozione impagabile.
In questo sito cercherò di raccontare le mie uscite in mare e la maturazione della mia tecnica di pesca. Non sarà un sito tecnico, con misure di ami e pesi dei piombi, ma sarà un racconto delle emozioni che si provano con la pesca con il barchino divergente.
Anch’io pesco col barchino!
Da un anno. Il barchino l’ho costruito io, ed ho dovuto modificarlo più volte per renderlo più stabile e per far sì che navigasse meglio. Lo uso con i raglou piccoli, da 5.5 e 6.5 cm. Colori preferiti: bianco e bianco schiena azzurra. Se uso cotton-fioc o bigattini le tracine si fiondano su di loro, quindi vado sempre di raglou. Ci pesco lecce stella, spigole e aguglie. L’estate scorsa ho avuto anche allamate delle piccole leccie amia, che ho prontamente liberato. E’ una bellissima pesca! A me non piace stare fermo, come si fa nel surfcasting, quindi preferisco spinning o barchino.
Lukemon79
A me non piace stare fermo
Infatti se torno a casa a mani vuote e mi prendono in giro dicendo ‘oggi niente ?’ rispondo ‘come no ? ho fatto una bellissima passeggiata’ …
I raglou sono ottimi, io uso anche ventre bianco e schiena grigio scuro …. ma adesso voglio provare anche con il classicho cucchiaino argentato.
Cucchiaino? Lascia stare! Mai preso niente con quello! Lessi su internet di uno che aveva fatto una sorta di studio pratico, e quindi di graduatoria. I raglou erano sempre in prima posizione, prima i bianchi, poi i fosforescenti e i rossi, poi i cucchiaini. Cmq se vuoi provare un’esca alternativa, prova le piumette (bianche legate con filo rosso) o il cottonfioc. Il cottonfioc altro non è che il bastoncino in plastica bianca del chupa chups (dato che i cottonfioc, per questioni di ecologia, hanno ora il bastoncino in carta), nel quale fai scorrere l’amo e lo blocchi con colla o stopper. Pieghi un po’ il bastoncino e fai il terminale. Non si direbbe mai, ma è molto catturante.
Le piume le uso da sempre per la traina dalla barca e l’ho già usate anche per il divergente.
il cottonfioc non l’ho mai provato ed adesso lo farò.
Comunque mi sebra lo stesso principio del filo elettrico. Si prende un pezzetto di filo elettrico di Terra, quello giallo e verde, ci si toglie il rame dentro e ci si fa passare la lenza come fai tu per il cottonfioc. Dicono che funzioni molto e voglio provare anche questo.
Comunque sono esperimenti per provare, ma al raglou non si rinuncia.
Ciao Salvatore.
Hai provato “l’esca fai da te” col cavo di terra?
Argomento interessante….
Io il cavo elettrico l’ho provato diverse volte, senza prenderci nulla ma mi piace, in acqua ha un bel colore invitante.
In settimana provo a prepararne una da provare . Magari dalle mie potrebbe funzionare… 🙂