Oltre alla discussa proposta di Legge del deputato Oliverio che intende introdurre una tassa per l’esercizio della pesca sportiva e proibire l’utilizzo del palamito e della nassa, per fortuna la politica ha anche altre visioni della pesca sportiva non professionale .
Infatti c’è un’altra proposta di Legge sulla pesca sportiva a cura della Senatrice Daniela Valentini, presentata il 22 febbraio 2016 e non ancora programmata per la discussione al Senato, che va decisamente controcorrente rispetto alla proposta di legge dell’Onorevole Oliviero .
La proposta di Legge è la n. 2243 del Senato intitolata “Disposizioni in materia di pesca dilettantistica in mare ” .
La presentazione del testo di Legge si annuncia con queste parole “Il presente disegno di legge, dunque, mira non solo a tutelare, ma anche a sostenere la pratica della pesca dilettantistica in mare, con un innovativo nesso tra il turismo e l’attività di pesca.”
Il pescatore sportivo visto da Valentini non è un sanguisuga delle risorse marine, ma un consumatore che muove l’economia :”Il pescatore che esercita questa attività contribuisce infatti non solo con i consumi legati ai suoi spostamenti per raggiungere il luogo di pesca, ad esempio, ad aumentare il gettito IVA (carburante, ristorazione, soggiorno alberghiero, eccetera), ma anche a sostenere il sistema economico legato alla pesca sportiva: negozi e aziende del settore, con acquisto di attrezzature, canne, fili, contenitori, esche,eccetera. In sostanza, il comparto economico della pesca sportiva concorre fattivamente alla crescita del PIL italiano.”
Gli articoli della Legge proposta continuano con lo stesso metro di giudizio:
art. 1 comma 2.
La pesca dilettantistica non ha fini di lucro ed è parte integrante delle tradizioni popolari e culturali italiane
art. 1 comma 4.
b) incentivare e promuovere la pesca dilettantistica in mare garantendo il diritto al libero eserciziodi tale attività
art. 2 comma 3.
L’esercizio della pesca dilettantistica in mare non è sottoposta a vincoli di tassazione o di rilascio di licenza di esercizio o di rilascio di licenza di prelievo di risorse biologiche da parte dello Stato, stante la natura non commerciale dell’attività
art. 3
Nella pesca dilettantistica è consentito l’utilizzo di attrezzi e sono vietate le pratiche di cattura e le sostanze di cui al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 1968, n. 1639.
Quindi non ci sarebbero le incomprensibili limitazioni all’uso di nassa e palamito previste dall’altro testo di legge .
L’esercizio della pesca sportiva in mare è per larga parte regolato dal Presidente della Repubblica 2 ottobre 1968, n. 1639. Si può capire che a quasi cinquant’anni di distanza si senta il bisogno di aggiornare la normativa, ma lo si può fare senza stravolgerlo, senza accusare i pescatori sportivi di essere dei predatori del mare, cercando invece di trovare in loro una ricchezza culturare ed economica.
Per questo trainadallaspiaggia.it sostiene la proposta di legge della Senatrice Valentini , che contiene anche altre utili disposizioni, come un fondo di 100.000 euro a favore della organizzazione di eventi di pesca sportiva e lo sviluppo del settore turistico legato alla pesca.
dovrebero vietare le reti ha sdrascico sotto le coste e anche le reti vicini che li mettono a 100 metri dalla riva e devono cambiare le misure di cattura perche cuando li fipsifa le gare provinciali si caturano pesciolini da 5 centimetri in vece si dovrebe partire 15 centri ha salire per fare le gare di serficasting non da 5 centimetri no che si pescano lose da 5centimetrie un peccato grazie