L’utilizzo del barchino divergente (molto frequentemente chiamato anche scarroccio) offre per la traina l’indiscusso vantaggio di poter armare più terminali su un unico trave . La normativa forse non è chiarissima ma secondo me il massimo di finali che si possono utilizzare è di 5 . Molti però armano il proprio divergente in maniera più cospicua arrivando a trainare anche 10 esche.
Infatti la direzione di traina non è sulla stessa linea del trave, come accade nella traina dalla barca o nello spinning, ma trasversale e questo permette di avere distanziate tra loro le esce senza che si diano fastidio.
Per questa particolarità il divergente è uscito dai suoi stretti confini di appassionati e sempre più spesso viene utilizzato anche per la traina dalla barca ed addirittura dalla canoa o kayak.
Ma usare il barchino divergente dalla barca per me significa snaturare l’essenza di questo tipo di pesca cercando semplicemente l’aumento di catture aumentando le armi a disposizione . Di fatto poi dalla barca a motore si trascina dietro la lenza senza aggiungere una effettiva novità alla tecnica di pesca.
Io invece sono affezionato alla parte ‘sportiva’ di questa pesca, inteso come esercizio anaerobico della lunga camminata a passo costante nel silenzio del paesaggio delle spiagge invernali.
Per questo mi piace molto il termine suggerito di fish trekking, la pesca escursionistica.
Se nella pesca non vediamo semplicemente il conteggio del numero delle prede, quasi che si debba sfamare una numerosa famiglia, ma si cerca il relax, la concentrazione sulle piccole cose manuali che tengono lontani i pensieri stressanti, un contatto con il mare e l’aria fresca del mattino, il silenzio e spesso anche una piacevole solitudine, non viene certo in mente di utilizzare il nostro amato attrezzo su una barca a motore.